La Maja Vestida – Francisco Goya

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Il velo bianco di questa Maja si stringe talmente alla figura, in particolare ai fianchi e al seno, da farla sembrare quasi più nuda dell’altra. La fascia ai fianchi è di seta luminosa, la giacchettina gialla e nera non è il classico bolero, e le sue scarpe dalla punta lunga e affusolata sono più tipiche delle ricche signore che delle majas: sembra quasi che il pittore abbia voluto ritrarre una donna aristocratica che amava vestirsi come le giovani popolane; questo, insieme con gli abiti disegnati con l’unico scopo di far risaltare la sensualità del corpo, rende il tutto carico di ambiguità: il travestimento fonte di erotismo, lasciando allo spettatore il compito dello svelamento.

Goya ha dipinto con pennellate svelte, pastose e molto leggere, a differenza della Desnuda, tocchi più casuali e meno rifiniti, colori più accesi.  La giacchetta e il divano sono resi in modo molto sommario, i merletti e la biancheria sono modificati e semplificati. Anche lo spazio in fondo è piatto, senza illuminazione diffusa che, nella Desnuda, dava risalto al corpo nudo in primo piano.
Della naturalezza ostentata della Desnuda rimane flebile traccia solo nel volto: tuttavia è molto diverso, tanto da far pensare a qualcuno che non si tratti della stessa persona. In realtà la Vestida, con le guance pienotte, il mento tondo, gli occhi truccati e i capelli neri non ha gli stessi caratteri della Desnuda: volto affilato, non truccata, capelli castani. La Vestida, a ben guardare, non rappresenta alcuna donna particolare: è solo il generico ritratto di un “tipo” pittoresco di donna esuberante, raffigurazione convenzionale di una maja
Si pensi al modo in cui, probabilmente, i due dipinti erano posti e al meccanismo che mostrava il corpo nudo al di sotto del corpo vestito: il trucco era sottile, lo svelamento più efficace; alla parete si vedeva un quadro con una bambola umana, una caratterizzazione pittoresca di un certo tipo femminino. Sotto di lei, somigliante a lei eppure diversa stava l’amante del ministro, nuda, orgogliosa, sorridente.
Inevitabile il confronto fra questa Maja e La marchesa di Santa Cruz  ecco infatti un buon esempio di come la rappresentazione del corpo femminile si sia “riallineata” secondo i canoni: pur nell’atteggiamento simile, qui la contessa è debitamente travestita da mito, quello di Euterpe, appunto.

Fonte:Wikipedia

La Maja Vestida – Francisco Goyaultima modifica: 2010-03-10T15:51:59+01:00da save988