La nascita di Venere- Sandro Botticelli

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La dea Venere, nuda su una conchiglia, sorge dalla spuma del mare e viene sospinta e riscaldata dal soffio di Zefiro, il vento fecondatore, abbracciato a Clori, la ninfa che simboleggia la fisicità dell’atto d’amore. Sulla riva della spiaggia di Cipro, l’isola cara a Venere, Ora della Primavera, una delle ninfe che presiedono al mutare delle stagioni, porge alla dea un manto ricamato di fiori per proteggerla. Anche in questo quadro, il racconto mitologico mutuato da Ovidio, nasconde un’allegoria neoplatonica basata sul concetto di amore come energia vivificatrice, come forza motrice della natura. Il disegno è armonico, delicato; le linee sono elegantissime e creano, nelle onde appena increspate, nel gonfiarsi delle vesti, nel fluire armonico dei capelli della dea e nello stesso profilo della spiaggia, dei giochi decorativi sinuosi e aggraziati. I colori sono chiari e puri, le forme nette, raffinatissime e trovano la loro sublimazione nel nudo statuario e pudico della dea. La nudità di Venere è esaltazione della bellezza classicamente intesa e, al contempo, della purezza dell’anima.

Il soffio vitale offerto dai due amanti, Zefiro e Clori e la vestizione da parte della ninfa sono i due lati ideali di un triangolo al vertice del quale si pone Venere che diviene, quindi, l’elemento mediano dell’intera scena e ci ammonisce sulla necessità di equilibrio, nell’esperienza amorosa, tra passione fisica e purezza spirituale, tra esaltazione dei sensi e elevazione dell’essenza. La bellezza delle figure di Botticelli travalica l’esperienza dei sensi e si può arrivare, forse, ad intuirla solo riconducendola nell’alveo dell’estetica del neoplatonismo ficiniano che tentava una conciliazione se non un’identificazione delle qualità morali e spirituali dell’uomo con la sua bellezza fisica. Il Botticelli, influenzato da questa dottrina, ci presenta delle visioni intrise di senso plastico e sostanza fisica arrivando a sublimare la purezza formale senza tuttavia smaterializzarla. Per fare questo rende autonomi tutti gli elementi della composizione, esaspera la plasticità dei corpi e porta ai limiti estremi perfino la sensazione del movimento poiché, a ben guardare, sono le linee a muoversi, le figure sono ferme. Questo apparente distacco dalla sfera dei sensi ma, al contempo, questa emozione intellettuale ci fanno comprendere alcune ragioni del fascino del suo stile. Un’interpretazione più accurata dell’opera porta a credere che la figura femminile abbracciata a Zefiro sia Bora, altro importante vento che spira sull’isola di Cipro. Venere, qui rappresentata nel momento del suo arrivo sull’isola (Afrodite è spesso definita la Cipride) è nata dal pene di Urano che dopo l’evirazione da parte di Crono è caduto in mare fondendosi alla schiuma delle onde. È questa quindi una rappresentazione della Venere Uranea o Celeste, ragion pura e bellezza più alta nei sensi, in contrapposizione con la Venere terrena della Primavera . La Simbologia, come sempre nel Botticelli, assume un ruolo fondamentale nell’opera, fondendo i nuovi ideali cristiani con la grandiosità del mito classico. Non a caso quindi il manto offerto dall’Ora a Venere è rosa e decorato con fiori, simbolo del battesimo di Cristo, mentre il fiordaliso nella storia dell’arte è la rappresentazioni della “vergine regina dei cieli”. La presenza di rami di mirto è da ricondurre infine alla concezione di “Sacra Venere” di cui questo ne è simbolo. Rispetto alla La Primavera la Nascita di Venere ha un difetto di profondità prospettica, con le figure che paiono costruite su una scena piatta, per questo i critici d’arte in genere pongono la Primavera come capolavoro dell’artista. Un particolare della Nascita di Venere è utilizzato nella moneta euro italiana del valore di dieci centesimi.

Fonte: Wikipedia

La nascita di Venere- Sandro Botticelliultima modifica: 2010-03-11T16:24:31+01:00da save988