Guernica – Pablo Picasso

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Dipinta in Olio su tela, alta 355 cm e larga 782 cm, l’opera venne realizzata nello storico atelier uno studioso molto notoparigino di Picasso in Rue des Grand-Augustins sulla Rive gauche. Il pittore, inoltre, in appena un mese e mezzo, realizzò circa alcune centinaia tra schizzi e bozzetti preparatori, con una vulcanicità creativa che sbalordì tutti gli amici. Le fasi della lavorazione dell’opera furono documentate fotograficamente da Dora Maar, all’epoca compagna di Picasso.
Dalla immediata forza evocativa, divenne ben presto emblema ed è sempre stato considerato una denuncia contro la guerra per l’immediatezza con cui raffigura persone, animali, ed edifici straziati dalla violenza e dal caos del bombardamento a tappeto, dando efficacemente il senso della disumanità, brutalità e disperazione della guerra, e la crudeltà del bombardamento di civili.

Howard Cardozo, reporter del Daily Mail, riporta altrimenti che essendo la cittadina sede di un fabbrica di armi, di un deposito ferroviario e di un grosso svincolo utilizzato dai repubblicani, fu bombardata si, ma soprattutto distrutta dalle truppe in sfollamento per lasciare terra bruciata al nemico e per farne un caso internazionale (cfr. Spain: The Vital Years di Luis Bolin).
Situata sul fronte ovvero in zona di operazioni belliche, fu occupata dai nazionalisti due giorni dopo il bombardamento. Il National Review ha dedicato più di una edizione alla discussione ed alla verifica di questi fatti contradditori.
Per incarico del governo repubblicano spagnolo il quadro cubista (ma con elementi surrealisti) era destinato a decorare il padiglione spagnolo durante l’Esposizione mondiale di Parigi, del 1937, dopo l’esposizione, quando il governo repubblicano era caduto, Picasso non permise che il suo dipinto più famoso venisse esposto in Spagna, dichiarando esplicitamente che avrebbe potuto tornarvi solo dopo la fine del franchismo.
Venne quindi ospitato per molti anni al Museum of Modern Art di New York, e tornò in patria nel 1981, ad otto anni dalla morte di Picasso e sei da quella di Franco.
Durante gli anni ’70 fu un simbolo per gli spagnoli sia della fine del regime franchista che del nazionalismo, così come lo era stato prima, per tutta l’Europa, della resistenza al nazi-fascismo.
L’opera inizialmente non rappresentava il bombardamento della cittadina spagnola, ma era nata per commemorare la morte di un famoso torero dell’epoca e si intitolava En muerte del torero Joselito. L’artista prese spunto in modo particolare da un articolo in cui il giornalista descrisse la brutalità dell’evento, evidenziando, anche attraverso una fotografia, che la città era stata completamente rasa al suolo.
Questo elemento è fatto risaltare in modo particolare tramite il cavallo: infatti in esso non si riesce a notare quale sia il verso giusto. Comunque, alla fine del 1900 il Prado spostò tutte le sue collezioni d’arte successive all’inizio del XIX secolo, in alcuni palazzi circostanti, per ragioni di spazio. Dapprima Guernica fu esposto al Casón del Buen Retiro e poi al Prado, poi il Reina Sofía (che ospita la collezione nazionale della capitale di arte del XX secolo) sembrò la sede più appropriata per il dipinto. Una galleria speciale venne costruita per esporre al meglio il capolavoro. I nazionalisti baschi sostennero che dovesse essere portato nei Paesi Baschi, specialmente dopo la costruzione del Guggenheim Museum di Bilbao.

Fonte: Wikipedia

Guernica – Pablo Picassoultima modifica: 2010-03-10T12:09:21+01:00da save988