Keith Haring

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Keith Haring nasce a Reading in Pennysilvania, primo e unico maschio dei quattro figli di Allen e Joan. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e sviluppa una precoce predilezione per il disegno, incoraggiata dal padre, disegnatore di fumetti e cartoni animati. Furono proprio i personaggi dei fumetti come quelli di Walt Disney, del Dottor Seuss e altri eroi delle animazioni televisive a esercitare su di lui un’influenza duratura. È proprio in questo periodo, infatti, che Haring decide di fare dell’arte stilizzata la sua ragione di vita. Dopo il liceo, Keith si iscrive all’ Ivy School of professional art di Pittsburgh e in seguito alla scuola di commercial-art. Ben presto, però, capisce che quella non è la sua strada e abbandona la scuola. Nel 1976 gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del Paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori dell’artista della scena americana. Ed è proprio in questi anni che conosce molti artisti.

Si reca a San Francisco dove con la frequentazione della Castro Street inizia a manifestare il proprio orientamento omosessuale. Sempre nel 1976 Keith Haring torna a Pittsburgh e si iscrive all’università e tiene la sua prima importante esposizione al Pittsburgh Arts and Crafts Center. Importante per la sua evoluzione futura è una retrospettiva dedicata a Pierre Alechinsky organizzata nel 1977 dal Museum of Art di Pittsburgh. Nel 1978 espone le sue nuove creazioni al Pittsburgh Center for the arts, poi va a New York ed entra alla School of Visual Art. Mentre lavora è spinto dal suo interesse personale e si avvicina ai lavori di Jean Dubuffet, Stuart Davis, Jackson Pollock, Paul Klee e Mark Tobey. È questo il periodo in cui esplode la popolarità di Haring: inizia a realizzare graffiti soprattutto nelle stazioni della metropolitana e la sua pop-art viene grandemente apprezzata dai giovani, tanto che i suoi lavori verranno spesso rubati dalla loro collocazione originaria e venduti a musei. Per la sua attività -illegale- di graffitaro viene più volte arrestato. Nel 1980 partecipa insieme ad Andy Warhol alla rassegna artistica Terrae Motus in favore dei bambini terremotati dell’Irpinia. Occupa inoltre un palazzo in Times Square realizzando la mostra Times Square Show. Allestisce in seguito molte altre mostre finché la Tony Shafrazi Gallery non diventa la sua galleria personale. Keith Haring trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano costituito da sagome quasi infantili e primitive caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà in modo esplicito al fumetto. La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo Nel 1983 espone a San Paolo del Brasile a Londra e a Tokyo. Nell’aprile del 1986 apre a New York il suo primo Pop shop ovvero un negozio  dove è possibile comprare gadget con le sue opere e vedere gratuitamente l’artista al lavoro. In questo anno inoltre va a Berlino e dipinge sul noto muro della città dei bambini che si tengono per mano. Keith Haring è stato un artista bizzarro e trasgressivo che ha condotto una vita sregolata. Nel 1988 apre un Pop Shop a Tokyo. In quell’occasione l’artista afferma: Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l’Aids io, non lo prenderà nessuno. Nei mesi successivi dichiara, in un’intervista a Rolling Stone di essere affetto dal virus dell’HIV. Di lì a poco fonda la Keith Haring Foundation a favore dei bambini malati di AIDS. Nel 1989, vicino alla chiesa di Sant’Antonio abate di Pisa, esegue la sua ultima opera pubblica, un grande murales intitolato Tuttomondo e dedicato alla pace universale. Il 16 febbraio 1990, Haring muore a 31 anni di Aids.

Keith Haringultima modifica: 2010-03-03T17:52:03+01:00da save988