Salvador Dalì

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Salvador Felipe Jacinto Dalí y Domenech nasce nella cittadina catalana di Figueras nel 1904.
Nel 1916 scopre la pittura moderna, durante una vacanza a Cadaqués con la famiglia del pittore Ramon Pichot.
Nel 1917 il padre gli organizza una mostra di disegni in casa. Una seconda mostra viene allestita nel Teatro Municipale di Figueras nel 1919.
Nel 1920 la madre muore di cancro. Il padre si risposa con una zia di Dalí, un fatto che turba profondamente il giovane artista.
Nel 1921 Dalí si iscrive alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, a Madrid. Per il suo comportamento viene espulso una prima volta nel 1923 e poi, definitivamente, nel 1926. Già allora si distingue per il suo “look” originale: capelli lunghi, baffi a punta e abbigliamento ottocentesco.

A Madrid Dalí entra in contatto con Federico García Lorca e Luis Buñuel, che avranno grande importanza nella sua vita. Al primo lo legherà un affetto profondo, al secondo numerosi progetti artistici.
Nel 1925 Dalí collabora alla “Gaseta de Arte” di Barcellona e tiene la sua prima personale alla Galería Dalmau. Nel 1926 inizia a scrivere anche per la “Gaseta de Sitges” dando il via a un’intensa attività pubblicistica che lo accompagnerà per tutta la vita.
Superato il primitivo interesse per gli impressionisti, i futuristi e la metafisica, subisce l’influenza del cubismo.
Nel 1927 Salvador Dalí si reca per la prima volta a Parigi, dove incontra Picasso. Nel 1928 è di nuovo a Parigi. Qui, grazie a Miró, entra in contatto coi surrealisti, cui lo legano numerose affinità artistiche. Nello stesso anno scrive insieme a Luis Buñuel la sceneggiatura del film Un chien andalou, che fa grande scalpore alla prima parigina.
Il 1929 è un anno importante per l’artista. Entra a far parte del movimento surrealista, di cui illustra il Secondo manifesto. Espone per la prima volta a Parigi, alla Galerie Goemans. Ma soprattutto, conosce Gala (Helena Deluvina Diakinoff), moglie di Paul Eluard, la donna della sua vita. Sarà lei la modella e musa ispiratrice di tanti lavori successivi.
Comincia a riflettere sul problema della doppia immagine, che avrà notevoli ripercussioni nella sua opera.
Nel 1931 dipinge uno dei suoi quadri più celebri: Persistenza della memoria.
Nel 1933 espone alla Julien Levy Gallery di New York e il suo lavoro incontra l’apprezzamento del pubblico americano. Nel 1934 Salvador Dalí e Gala si sposano civilmente.
Nello stesso anno avviene anche la rottura coi compagni del gruppo surrealista, che lo accusano di non essere abbastanza impegnato politicamente. L’episodio non lo danneggia, dato che la sua fama è ormai consolidata a livello internazionale. Al 1935 risale il saggio Conquista dell’irrazionale. In esso Dalí espone il metodo “paranoico-critico” che impronta molti dei suoi lavori. Si tratta di un sistema di “conoscenza irrazionale, basato sull’associazione critico-interpretativa dei fenomeni deliranti”.
Appartengono allo stesso periodo alcune delle sue opere più famose: Venere di Milo con cassetti, Costruzione molle con fave bollite: Presagio di guerra civile (1936), Metamorfosi di Narciso (1937).
Sul finire degli anni ’30 l’artista si reca in Italia per studiare l’arte classica, il Rinascimento e il Barocco. Si interessa soprattutto a Raffaello. Nel 1938, durante un soggiorno londinese, l’artista conosce Sigmund Freud, che rimane impressionato dal suo modo di dipingere.
Faceva risalire il suo “amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali” ad una auto-attribuita “discendenza araba”, sostenendo che i suoi antenati discendevano dai Mori.
Nel 1980 la salute di Dalì riceve un colpo durissimo; la moglie Gala, colpita da una forma lieve di demenza senile, probabilmente gli somministra un pericoloso cocktail di medicinali senza che gli fossero prescritti, danneggiandogli il sistema nervoso e provocando la precoce fine delle sue capacità artistiche. All’età di 76 anni Dalì è ridotto a un relitto e la sua mano destra trema in maniera terribile in preda a sintomi molto simili a quelli del morbo di Parkinson
Nel 1982 Re Juan Carlos I di Spagna concede a Dalì il titolo di Marchese di Púbol, che più tardi il pittore ripagherà donando al Re un disegno (che sarà anche il suo ultimo) quando il Re gli farà visita sul letto di morte.
La chiesa di Sant Pere a Figueres, dove Dalì è stato battezzato, ha ricevuto la prima comunione, e dove si è svolto il suo funerale
Il Teatro-Museo Dalì a Figueres, dove si trova la sua tomba.
La moglie Gala muore il 10 giugno 1982. Dopo la morte di Gala Dalì perde la maggior parte della sua voglia di vivere. Si lascia deliberatamente disidratare, forse un tentativo di suicidio o forse un tentativo di porsi in uno stato di animazione sospesa. Si trasferisce da Figueres al Castello di Púbol, che aveva comprato per Gala e dove lei era poi morta. Nel 1984, in circostanze non del tutto chiare, scoppia un incendio nella sua camera da letto.  Forse si tratta di un altro tentativo di suicidio di Dalì o forse la causa è semplicemente una negligenza del personale. In ogni caso Dalì viene salvato e ritorna a Figueres, dove un gruppo di suoi amici, protettori e colleghi artisti ritengono sia meglio per lui trascorrere i suoi ultimi anni, nel suo Teatro-museo.
Nel novembre 1988 Dalì viene ricoverato in ospedale per un attacco di cuore e il 5 dicembre riceve la visita di Re Juan Carlos che rivela di essere sempre stato un suo grande ammiratore
Il 23 gennaio 1989, mentre sta ascoltando il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner, muore per un altro attacco di cuore. Ha 84 anni. Viene sepolto all’interno del suo Teatro-Museo di Figueres, che si trova dall’altro lato della strada rispetto alla chiesa in cui è stato battezzato e dove si è svolto il suo funerale, e solo a tre isolati di distanza dalla casa in cui era nato.
Dalì fu un uomo dotato di una grande immaginazione ma con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per attirare l’attenzione su di sé. Tale comportamento ha talvolta irritato coloro che hanno amato la sua arte tanto quanto ha infastidito i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l’attenzione del pubblico più delle sue opere.

Salvador Dalìultima modifica: 2010-03-04T17:05:17+01:00da save988